Palazzo Ducale

Lucca, piazza Napoleone

L’antico e prestigioso palazzo che fu di Castruccio Castracani e che domina la maggiore piazza della città, è ora sede della amministrazione provinciale di Lucca ed ospita anche la Prefettura. Da anni il suo antico prestigio era appannato, essendo ridotto mera sede di uffici amministrativi senza alcun riguardo alle ricchezze interne, alla antica fastosità delle sale di rappresentanza, alle stanze che attesero discrete alla vicende lucchesi di Maria Luisa di Borbone.

Grazie alla determinata volontà della amministrazione provinciale il palazzo è stato sede di un’imponente opera di restauro, in gran parte ultimata in occasione del Giubileo 2000 ed in parte più recente, che ha restituito l’edificio all’uso pubblico ed all’antico prestigio. L’intervento ha interessato le facciate esterne, le sale di rappresentanza, percorsi museali, l’impiantistica elettrica e la rilocazione delle centrali termiche in un unico ambiente centralizzato.

Noi abbiamo progettato e seguito la parte impiantistica, che è stata ricondotta alla regolarità normativa sia per le questioni elettriche e sia per quelle termiche. Il lavoro è stato di grande responsabilità e soddisfazione e ci ha consentito, in alcuni casi specifici, di adottare soluzioni inconsuete e mirate alla particolarità degli ambienti interessati.

La storia

Il Palazzo Ducale rappresenta da otto secoli il centro politico ed amministrativo di Lucca e l’evoluzione architettonica dell'edificio è legata inscindibilmente alle vicende politiche della città.

Nel 1322 il condottiero lucchese Castruccio Castracani  degli Antelminelli, al culmine del suo potere, acquistò un palazzo, intorno al quale fece edificare una fortezza. Grande quanto un quinto della città. Alla morte di Castruccio, nel 1328, Lucca perse la sua indipendenza e varie dominazioni straniere si successero nel palazzo e tennero in pugno la città.

Nel 1369 i Lucchesi riuscirono a riacquistare la libertà e nel 1370 il Consiglio degli Anziani, massimo organo collegiale della Repubblica, decise di insediarsi nel vecchio palazzo di Castruccio.

Le mura dell'Augusta, simbolo dell'oppressione straniera, furono abbattute a furor di popolo. L'edificio fu eletto sede delle massime istituzioni della Repubblica di Lucca. Il Gonfaloniere ed il Consiglio degli Anziani vi abitavano stabilmente, il Consiglio Generale e quello dei Trentasei vi tenevano le loro riunioni.

Alla metà del secolo XVI la residenza degli Anziani più che ununico, grande edificio si identificava in un pittoresco insieme di costruzioni di varie epoche, collegate fra loro da alcuni cavalcavia.

Nel 1577, a seguito dell'esplosione della polveriera, ci fu la necessità di riedificare il complesso.

In tempi diversi Bartolomeo Ammannati (XVI secolo) e Filippo Juvarra (XVIII secolo), furono incaricati della progettazione del Palazzo.

L'impianto generale dell'edificio, che si snoda attorno ai due cortili, deriva dall'ideatore cinquecentesco, mentre la grammatica architettonica del corpo nord è totalmente settecentesca.

Grande fu il merito dello Juvarra, che seppe inserirsi nel precedente progetto rispettandone i principi basilari, ma creando contemporaneamente una struttura moderna ed imponente.

Nel XIX secolo la volontà e l'autorità di due donne energiche e capaci permisero il completamento del magnifico Palazzo, che è possibile ammirare oggi.

Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e Principessa di Lucca e Piombino dal 1805, commissionò l'edificazione del Quartiere del Trono e l'apertura della grande piazza antistante all'edificio.

Nel 1817, a seguito del Congresso di Vienna, la reggenza della città fu affidata a Maria Luisa di Borbone, che richiamò da Roma il giovane Lorenzo Nottolini. Architetto della Regia Casa dal 1818, Nottolini lavorò assiduamente per trasformare il palazzo in una Reggia che rispondesse alle esigenze e ai gusti di una corte europea.

Sotto il suo controllo un'efficiente squadra di pittori, scultori e stuccatori collaborò alla realizzazione di un omogeneo programma decorativo improntato alla celebrazione della famiglia reale.

Nel 1847 il palazzo entrò a far parte del patrimonio del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, che donò una nuova quadreria in sostituzione di quella dispersa da Carlo Ludovico di Borbone.

Con l'Unità d'Italia il Palazzo, divenuto proprietà della corona sabauda, venne spogliato dei suoi mobili, trasferiti, in parte, a Palazzo Pitti.

Il  5 novembre del 1867, il palazzo fu acquistato dall'Amministrazione Provinciale alla cifra di 300.000 lire.

L’esigenza di collocare gli uffici dell’Amministrazione Provinciale e della Prefettura, nonché le successive ristrutturazioni interne finalizzate all’ospitalità della Corte d’Appello e della Procura Generale trasformarono in modo sostanziale l’unità architettonica del Palazzo.

Nel ‘900 il Palazzo continua a ospitare numerosi uffici dell’amministrazione pubblica: la Prefettura, le Corti di Assise e di Appello, l’Amministrazione Provinciale, la Pinacoteca Civica, il Comando Provinciale dei Carabinieri, l’Ufficio centrale delle Poste e Telegrafi.

Nel 1922 la Corte di Appello è soppressa e gli uffici al piano nobile della Nuova Palazzina di Nottolini vengono occupati dalla Presidenza e Giunta della Provincia.

L’Ufficio delle Poste viene trasferito negli anni ’30 nel nuovo palazzo di via Vallisneri, liberando i locali al piano terreno del Palazzo. Nel 1938 due delle sale del Quartiere del Trono (il Gabinetto del Sovrano e la sala dei Ministri e Consiglieri) sono concesse in sede all’Accademia Lucchese di Scienze Lettere ed Arti.

Nel secondo dopoguerra l’intenso utilizzo del grande complesso come sede per uffici di molteplici enti, produce problemi legati al degrado, alla conservazione e alla non opportuna destinazione degli ambienti.

Con il trasferimento della Pinacoteca nel nuovo Museo Nazionale di Palazzo Mansi, alla fine degli anni ’70, le grandi sale del Quartiere del Trono tornano nuovamente a disposizione dell’Amministrazione Provinciale che le utilizza per esposizioni temporanee e conferenze. Isa Belli Barsali organizza nel 1979 il primo convegno di studi sulla storia dell’edificio auspicando la valorizzazione e il restauro del grande complesso monumentale.

A partire dagli anni ’80, con l’accresciuta importanza delle competenze delegate dallo Stato alle Province e dal 1993, con l’istituzione dell’elezione diretta del Presidente della Provincia, i rapporti fra i cittadini e l’Amministrazione si rinnovano e si fanno più stretti.

Per valorizzare il Palazzo vengono affrontati piani di decentramento degli uffici e di restauro sistematico di tutto l’edificio attuati principalmente grazie ai fondi per il Giubileo del 2000.

Con la produzione di un fitto calendario di eventi culturali adeguati, il Palazzo Ducale torna a rappresentare il luogo privilegiato della politica e della cultura della città in rapporto al ricco e variegato territorio della Provincia di Lucca.

 

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